cartelli e pannelli

Realizzazione e installazione di cartelli e pannelli con informazioni sulla storia della Resistenza in Alta Valle di Susa

thuras e il suo ponte

Dopo aver superato Sèrë dou Plans (rilievo dei pianori), che sale sulla sinistra a delimitare l’ampio piano, la strada militare Rhuilles-Ponte Ciatagnera (realizzata tra il 1934 e il 1937) raggiunge Grange Thuras a quota 1945 m. e passa accanto ai ruderi dell’oratorio di San Geravasio e Protasio, risalente al 1770, a monte sorgevano tre baite delle quali ora si scorgono a malapena le tracce.
L'attuale strada carrozzabile corre tra i primi ruderi, a destra, e i prati del pendio e del piano di l’Adréit (l’indiritto), sulla sinistra, mentre la vecchia mulattiera transita tra i ruderi di Thuras, Turâ nella parlata occitana locale. Le baite dell'alpeggio furono costruite sulle dolomie che danno il nome al luogo (il toponimo Turâ indica, infatti, pietra calcarea, dolomia). Nel periodo di massima espansione, a fine Ottocento, l'alpeggio era costituito da un'ottantina di fabbricati e dalla Cappella di San Rocco (costruita nei primi decenni del 1700 e aperta al culto nel 1752), che sorge sulle rovine di un precedente oratorio dedicato a San Gervasio distrutto durante una scorreria valdese nel 1692. La Cappella è l’unica superstite dell’incendio appiccato per rappresaglia dai tedeschi, nell’aprile 1944, all’indomani della battaglia di Rhuilles contro la formazione partigiana "Alta Valle di Susa" di Enrico Poet (il Comandante Baldin) appartenente alle schiere della "Divisione Autonoma Val Chisone" di Maggiorino Marcellin (il Comandante Bluter). L'incendio distrusse quanto si era salvato dai danneggiamenti a causa dei fatti d’armi conseguenti all’attacco alla Francia dell’estate 1940.
La strada accerchia quanto rimane del borgo, lasciandosi a sinistra i pascoli dove sono visibili i ruderi di alcune opere militari del Vallo Alpino (realizzate negli anni Trenta e appartenenti ad un complesso di postazioni che costituiva una bretella di sbarramento per la copertura della prima linea posta in prossimità del Colle Thuras), quindi curva sulla destra per innestarsi sull’antico tracciato e dirigersi al di là del Torrente Thuras, la Ribba, mentre sulla sinistra si stacca una deviazione realizzata dai malgari che alpeggiano nella parte superiore della Valle, per aggirare il ponte rimasto per molto tempo pericolante e permettere il guado del torrente poco più a monte.
Il Ponte Thuras, Pount dou Turâ, poggia su dolomie triassiche a diplopore e unisce le sponde nel punto in cui il torrente si stringe fra le rocce. Precedentemente il ponte era sorretto da un arco in pietra, realizzato tra il 1856 e il 1858 dalla ditta Hugues Elleon di Thures, con un’altezza di circa 20 metri per una lunghezza di 14. Anch’esso distrutto dai tedeschi nell’aprile del 1944, il ponte fu ricostruito in legno nell’ottobre 1950 dalla popolazione locale spronata dal battagliero don Pini (don Giuseppe Barella), attraverso una corvèe di quindici giorni a cui parteciparono: Pasquale Barral, Isidoro Bernard, Mario Bernard, Mario Bouvier, Giuseppe Gignoux, Antonio Gorlier, Giorgio Gorlier e Pietro Gorlier. Dopo anni di abbandono e di chiusura anche al traffico pedonale a causa della sua pericolosità, il ponte è stato ricostruito in legno nel 2014 grazie all'impegno del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e del Comune di Cesana Torinese.
Poco prima del ponte, sul ciglio sinistro della strada, è stato posto un cippo con una lapide (con alcune imprecisioni e originariamente situata nei pressi del Colle, a 2707 m., dove sorge una croce in ferro) a ricordo di alcuni partigiani della Divisione Autonoma Val Chisone che persero la vita sul Col Thuras nell'estate 1944.
A fianco del cippo, all’ingresso del ponte, vi è un pilone votivo dedicato a Santa Susanna, restaurato dalla Sezione ANA di Cesana Torinese nell’estate 2007.
La zona oltre al ponte, dove nel 1865 vi erano censite 8 baite oggi ridotte a ruderi, prende il nome di Dlà ‘l Pount. Accanto al ponte, sulla destra, vi sono i ruderi dell’oratorio di Notre Damme, costruito da Giuseppe Antonio Barral di Rhuilles nel 1844, e un pilone votivo risalente agli anni Cinquanta del Novecento.
Il ponte Thuras è stato scelto come simbolo, in occasione della consegna del riconoscimento Patrimouanë dla Jan – Patrimonio della Collettività, conferito dall’Associazione ArTeMuDa all’Alpeggio di Thuras il 10 ottobre 2009 «per la particolare importanza come fonte di sostentamento della comunità contadina e come luogo simbolo della distruzione bellica».

I Partigiani della Divisione Alpina Autonoma Val Chisone caduti al Col Thuras nell'estate 1944
i cui corpi furono recuperati il 28 agosto 1945

  • Bertalotto Romano, nato a Perosa Argentina (TO) il 29.1.1918. Il suo corpo è recuperato nel maggio dal partigiano Sergio Rol.
  • Catania Antonio, nato a Bronte (CT) il 27.9.1906, comandante banda.
  • Cavaliere Ernesto, nato a Castiglione Cosentino (CS) il 3.9.1915.
  • Ceccarelli Luigi, nato a Torino il 19.10.1922, nome di battaglia Brontolo.
  • Dominici Giovanni Giuseppe, nato a Bricherasio (TO) l’11.3.1923, nomi di battaglia Dardo ed Edoardo.
  • Maggiori Celestino, nato a Collegno (TO) il 6.11.1923, nome di battaglia Aurora.
  • Ignoto Partigiano di nazionalità sovietica proveniente dal campo di prigionia militare di Hammerstein in Pomerania, Czarne (Polonia), n. identificativo Stalag II B 303059.
  • Perna Carmine, nato a Napoli il 4.2.1922.